‘Allan: È uno dei migliori Pollock, non trova?
Ragazza al Museo: Sì, infatti.
Allan: A lei che cosa le dice?
Ragazza al Museo: Secondo me riafferma la negatività dell’universo, la terribile vacuità solitaria dell’esistenza, il nulla assoluto, la condizione dell’uomo costretto a vivere in una deserta eternità senza Dio come una piccola fiammella tremolante in un immenso involucro vuoto con null’altro che paura, orrore, schifo e degradazione che formano una squallida ed inutile camicia di forza sospesa in cieco ed assurdo cosmo.
Allan: Che fa sabato sera?
Ragazza al Museo: Occupata, devo suicidarmi.’