Provo un inaspettato dispiacere. E’ inspiegabile – ma, d’altronde, il calcio appartiene all’universo irrazionale – eppure il Milan di Kakà mi aveva affascinato, conquistato, coinvolto da una passione che non avrei mai pensato di poter profondere verso un gioco pur dominato dalle ciniche leggi dello showbusiness.
Provo un inaspettato dispiacere.
Mi ha chiamato Silvia. A proposito, diceva d’Annunzio, ne “Il Piacere”, che “bisogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”. Sono d’accordo, ma solo parzialmente. L’edonismo non fa per me; se potessi, mi ispirerei ad un’opera architettonica: forma e rigore.